Parco del Muro – Mauerpark Berlin

Kapitel Zwei Berln Mauerpark

Il paesaggio di Berlino, dal dopoguerra in avanti, è puntellato di spazi liberi, luoghi che hanno strutturato la città e proiettato un immagine chiara di essa. Secondo il regista Wim Wenders, in Der Himmel über Berlin, sono proprio gli spazi vuoti a consentire agli uomini di farsi un’immagine di Berlino. Tramite quelli che possiamo definire interstizi si può vedere il tempo, l’elemento che scandisce la storia. E’ strano parlare del Mauerpark come di un interstizio date le dimensioni e gli usi che hanno riattivato questa enorme superficie. Eppure, il territorio ora occupato dal Mauerpark era un proprio un enorme interstizio ed è il risultato della storia affascinante di questo luogo.

Il nome del Mauerpark (Parco del Muro) risale al Muro di Berlino costruito nel 1961 che segnava qui il confine tra gli ex-distretti di Prenzlauer Berg e di Wedding. Il primo progetto è stato di trasformare il vuoto lasciato dal muro in una catena di colline artificiali, metafora del limite durante gli anni del muro. Negli anni immediatamente successivi il parco è stato criticato dai cittadini e dalle istituzioni ed ha perso rapidamente i connotati voluti dal progettista (G. Lang) diventando una striscia di verde scarsamente alberata ed abbandonata. E’ proprio questa fase di abbandono però che fa riemergere l’essenza di quel luogo. Solo quando torna ad essere il vuoto che era, viene accolto dagli abitanti, metabolizzato e interpretato come un luogo di grande qualità urbana e sociale. Il Mauerpark è diventato dunque emblema e rappresentazione delle trasformazioni del paesaggio naturale di Berlino.

Ma oggi?

Oggi è territorio di innumerevoli eventi spontanei e di carattere temporaneo e descrive una straordinaria dimensione sociale. Quella che in passato era considerata la “striscia della morte” in quanto sorgeva là dove passava il Muro e dove in tanti hanno perso la vita nel tentativo di scappare, è diventata una zona di vita. Spazi a disposizione di arte, musica ed eventi, punto di ritrovo di musicisti e giocatori di basket, amato dai frequentatori del mercato delle pulci, dai giocatori di boule, dai calciatori amatoriali, dai giocolieri,così come dai cantanti del karaoke. L’atmosfera che si respira è sempre rilassata e allegra, il pubblico è giovane, alla moda.

Il mercato è un miscuglio di autentiche cianfrusaglie, artigianato, venditori professionisti, bancarelle di giovani stilisti. Forse un po’ troppo caro rispetto ad altri mercati delle pulci di Berlino, ma va bene lo stesso perché si sa: il Mauerpark è più trendy.

Ma diciamolo, non è certo per fare grandi affari che si va al Mauerpark. Il suo fascino è dato dalla perfetta coesione di spazi ludico ricreativi diversi, a partire sì dal mercato, ma anche e soprattutto dal suo parco, dalla sua gradonata del karaoke, dai suoi caffè e bancherelle in cui è piacevole mangiare al volo una specialità tipica in modalità fast&go. Quello che lo rende unico è l’atmosfera che proprio questi spazi riescono a ricreare ogni domenica, soprattutto se soleggiata.

Un’immagine di Berlino che porto sempre con me, quella di una città assolutamente imperfetta e da una vita non sempre serena, ma che durante un pomeriggio di sole domenicale è capace di trasformarsi mettendo d’accordo tutti e soprattutto infondendo pace, allegria e voglia di stare in compagnia e fare nuove conoscenze. Se poi mangi insieme a dei turisti spagnoli, ascolti i bonghi africani o balli insieme ai berlinesi più cool, questo non importa. E’ domenica, c’è il sole, hai fatto un affare alla bancarella di cornici antiche e ti sei mangiato un super bratwurst.

 

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